Gutturu Mannu

E’ una suggestiva località posta ai limiti del complesso montuoso del basso Sulcis, compresa nei territori dei paesi di Assemini, Capoterra e Uta, dichiarata con Decreto Ministeriale area di notevole interesse pubblico nel 1975. La vallata prende il nome dalla sua stessa conformazione, essendo una grande gola scavata tra i monti, ed è attraversata dal Rio Gutturu Mannu. La superficie complessiva dell’area è di circa 4768 ettari, per lo più agevolmente percorribili grazie a delle piste interne adatte alle jeep. Chi accede per la prima volta in questa zona montana viene immediatamente colpito dalla folta vegetazione forestale (tra le più vaste in Europa), caratterizzata da querce, lecci, pioppi, sugherete, mirto, carrubi, lentischi e cisti, dalla varietà della fauna, nonché dai pittoreschi corsi d’acqua e dalle numerose fonti. Una volta giunti ci si trova, poi, immediatamente di fronte la chiesetta campestre di S. Lucia, ricostruita alla fine degli anni Settanta, immersa in un parco in cui spiccano antichi ulivi. Qui gli archeologi hanno rinvenuto diversi manufatti che vanno dal periodo nuragico fino all’Alto Medioevo. In quest’angolo di montagna, insomma, sembra che storia e natura si siano alleate per comporre un mosaico di grande fascino, habitat naturale del cervo sardo e dell’aquila reale. Nelle vicinanze è possibile visitare la fonte di Fanebas col villaggio e il nuraghe omonimo inseriti all’interno di un folto bosco che fin dall’antichità dovette favorire le attività di caccia e pastorizia.

Gutturu Mannu

E’ una suggestiva località posta ai limiti del complesso montuoso del basso Sulcis, compresa nei territori dei paesi di Assemini, Capoterra e Uta, dichiarata con Decreto Ministeriale area di notevole interesse pubblico nel 1975. La vallata prende il nome dalla sua stessa conformazione, essendo una grande gola scavata tra i monti, ed è attraversata dal Rio Gutturu Mannu. La superficie complessiva dell’area è di circa 4768 ettari, per lo più agevolmente percorribili grazie a delle piste interne adatte alle jeep. Chi accede per la prima volta in questa zona montana viene immediatamente colpito dalla folta vegetazione forestale (tra le più vaste in Europa), caratterizzata da querce, lecci, pioppi, sugherete, mirto, carrubi, lentischi e cisti, dalla varietà della fauna, nonché dai pittoreschi corsi d’acqua e dalle numerose fonti. Una volta giunti ci si trova, poi, immediatamente di fronte la chiesetta campestre di S. Lucia, ricostruita alla fine degli anni Settanta, immersa in un parco in cui spiccano antichi ulivi. Qui gli archeologi hanno rinvenuto diversi manufatti che vanno dal periodo nuragico fino all’Alto Medioevo. In quest’angolo di montagna, insomma, sembra che storia e natura si siano alleate per comporre un mosaico di grande fascino, habitat naturale del cervo sardo e dell’aquila reale. Nelle vicinanze è possibile visitare la fonte di Fanebas col villaggio e il nuraghe omonimo inseriti all’interno di un folto bosco che fin dall’antichità dovette favorire le attività di caccia e pastorizia.

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